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martedì 27 dicembre 2011

Chi è qolotlh

Curriculum Vitae

[Nome Completo]: qolotlh (n) [trasposizione terrestre Koloth] del Casato di Qulekgh
[Grado]:    Tenente Comandante
[Assegnazione]: USS Marconi
[Mansione]: Ingegnere Capo
[Data di Nascita]: Data Terrestre 29/03/2350 ~ Data Astrale 27242.0
[Luogo di Nascita]: Krios
[Razza/Sesso]: Klingon/Maschile
[Altezza/Peso]: Mt 2.30 / Kg. 125
[Occhi]: neri
[Capelli]: neri
[Segni particolari]: Cicatrice sulla guancia sinistra

[Studi e Specializzazioni]:
  • Diploma d'Accademia della Flotta Stellare - Sezione Ingegneria
  • Tecnologie Aliene, studio dei sistemi di occultamento presso la USS Vesuvio (2380)
  • Combattimento Armato, utilizzo del PHASER 3 a ricombinazione casuale detto anche (FRC) o Fucile Anti-Borg nell'ultimo anno dell'accademia (2370)

[Biografia]:
  • 2350 - 0 anni - nasce da genitori Klingon su Krios
  • 2351 - 1 anno - si trasferisce con la famiglia su Qo'noS per ricongiungersi al casato paterno
  • 2359 - 9 anni - raggiunge il peHghep e si impegna a diventare un guerriero accendendo la candela cerimoniale Qo'to'vo'. Terminata la promessa gli viene offerto il  tradizionale ghojmeHtaj.
  • 2362 - 12 anni - esegue qutluchtay, il suo primo bagno di sangue
  • 2365 - 15 anni - esegue la prima parte del nenStay, Rito dell'Ascensione, dopo un periodo di preparazione che lo proverà spiritualmente e fisicamente.
  • 2366 - 16 anni - entra nell'Accademia della Flotta Stellare nonostante le opposizioni paterne iniziali
  • 2370 - 20 anni - terminati gli studi in accademia viene assegnato alla USS Providence (classe Intrepid) in qualità di guardiamarina impegnato nelle attività di     manutenzione del computer centrale e della rete ODN della nave
  • 2372 - 22 anni - viene informato della morte del padre QaS [Kras] durante la guerra con i Cardassiani e chiede il trasferimento sulla USS Brembo (classe Akira) per partecipare attivamente alla guerra contro il Dominio, su cui sarà impegnato nelle attività della  subsezione operazioni (OPS, Sistemi, Stoccaggio e teletrasporto)
  • 2375 - 25 anni - nel periodo di servizio sulla USS Brembo, viene promosso a Tenente J.G. per essersi distinto nell'aver impedito l'esplosione del nucleo di curvatura     eseguendo la manovra di Href Balthami, che consisteva nel generare dei micro-campi all'interno del nucleo per consentire una veloce dissipazione dell'energia in esubero. Diventa III in comando nella sezione ingegneria come Responsabile della Sala Macchine. Ripete la cerimonia del Rito dell'Ascensione per celebrare il 10° anniversario dal primo rito.
  • 2378 - 28 anni - viene trasferito sulla USS Vesuvio (classe Defiant) ed inizia lo studio del SDO (Sistema di Occultamento)
  • 2380 - 30 anni - nel periodo di servizio sulla USS Vesuvio, viene promosso a Tenente per le attività svolte nel campo ingegneristico per aver guidato il vascello fuori da una zona soggetta alle "Klach D'Kel Brakt" sotto attacco da parte di una cellula impazzita dei jem'hadar, apportando le modifiche necessarie per preservare i dannosi effetti dell'anomalia sui motori ad impulso e consentendo in tal modo al vascello di liberarsi dei jem'hadar. Diventa II in comando nella sezione ingegneria come Responsabile Subsezione Operazioni
  • 2382 - 32 anni - viene trasferito sulla USS Khitomer (classe Galaxy)
  • 2385 - 35 anni - nel periodo di servizio sulla USS Khitomer, viene promosso a Tenente Comandante per aver escogitato il sitema di cattura di una micro entità aliena che si nutriva di silicio, modificando il sistema di chiusura di un contenitore magnetico al cui interno venivano poste delle basette di silicio e modificanfo il chip logico ed i sensori di chiusura automatica affinchè si chiudesse al passaggio di sostanze a base di silicio.
  • 2386 - 36 anni - assegnato alla USS Argo
  • 2388 - 38 anni - ricevuta una comunicazione dal suo casato, chiede di riessere assegnato ad un vascello federale nel quadrante gamma, a fronte della sua esperienza passata e di alcuni eventi personali che ne hanno segnato la carriera.
  • 2388 - 38 anni - assegnato alla USS Marconi
  • 2391 - 41 anni - ritorna nella sua patria

[Elenco Promozioni / Onorificenze]:
  • 2370: Guardiamarina
  • 2375: Tenente JG
  • 2380: Tenente
  • 2385: Tenente Comandante

[Cartella Medica]: Nessun disturbo

[Note Personali]:
  • Crede nel Komerex Zha (il gioco perpetuo della vita)
  • Porta su ogni vascello la sua bat'leth

Capitolo 7: Yesode (125 a.B.) - IV Parte

“Lavorare tutto solo in un luogo così desolato è molto faticoso. Mi sento abbandonato dal resto del mondo.” Disse Brendel vedendo arrivare i due fatini ed aggiunse, successivamente, notando le pelli raccolte "Ben fatto! Dei principianti inesperti non c'è più alcuna traccia, ora siete diventati perseveranti soldati di difesa! Non importa dove andrete, grazie a questo campo sarete ben preparati.”
Samina e Kahless annuirono soddisfatti sentendo le parole pronunciate da Brendel.
“E ora siamo quasi all'ultimo passaggio dell'addestramento! O meglio, dei miei problemi *ride*. Non sarebbe fantastico se si potesse fare l'allenamento e contemporaneamente risolvere i miei problemi? Volete sapere cosa intendo? Dietro di me si trova una strada secondaria. Su questa strada gli orsi si riproducono come conigli e la cosa mi fa venire mal di testa. Se continua così, la valle diventerà un vero e proprio campo di orsi! *ride* andate e fate in modo di ridurre il numero di questi orsi!” disse Brendel con veemenza.
“Lo faremo!” fu la risposta sicura dei due fatini.
“Bravo! Siete veri soldati di Derion! *mormora* Perché ci sono così tanti cuccioli di orso? Dove è il loro covo? Dio mio, non si riesce a distinguere in modo logico i maschi dalle femmine.” Aggiunse Brendel.
I due si allontanarono una volta compresa la missione. “Io non ucciderò mai dei cuccioli” disse Samina “Possono essere anche dei mostri, ma non ce la farò mai, credevo intendesse quelli adulti.”
“Ci penserò io come al solito” sbuffò Kahless “ma continua a congelarli. In futuro potremmo trovarci in situazioni difficili e non avremo il tempo per avere remore”
Samina acconsentì suo malgrado, le era difficile accettare le situazioni che si trovavano ad affrontare, sino ad ora era sempre riuscita a mantenere la calma durante le fasi di guerra, ma, poi, dentro lei si creava il vuoto e la tristezza per aver privato della vita altre creature. Si risvegliò subito dai suoi pensieri, appena il fratello le indicò le loro prossime prede. Come in precedenza non furono necessari molti sforzi per bloccare i cuccioli ed eliminarli. Suo malgrado Samina seguì nuovamente il fratello per portare la notizia a Brendel del successo della missione, ma il suo sguardo era basso e pieno di tristezza.
“Questo campo è stato solo il primo passo. Per diventare un vero soldato di difesa dovete tornare da Payon, ma prima di andare da lui dovete superare una prova finale. Solo se supererete questa prova potrete definirvi soldati della valle del coraggio. Là c'è un mostro, una bestia violenta! Grande! Selvatica! Si chiama orso Wab, è probabile che voi lo abbiate già incontrato sulla strada qui sopra. La vostra ultima prova è distruggere questa bestia.” Disse Brendel con tono grave.
I due annuirono e si diressero verso i restanti membri del gruppo. “dovremmo uccidere l’orso Wab.” Riferì Kahless ad Ichi.
“Non sarà una impresa semplice. È preferibile seguirvi per aiutarvi in caso di bisogno.” Disse Ichi non ancora convinto che i due avessero raggiunto la sufficiente freddezza per poter affrontare ogni genere di difficoltà.
“Sicuramente non avremo bisogno del vostro supporto” risposte Kahless con una linguaccia, prima di riprendere il cammino verso la zona in cui era solito muoversi Wab.
Kahless fece segno al gruppo di fermarsi avendo avvistato un orso che sovrastava gli altri per la sua imponente stazza. Nel suo sguardo ardevano le fiamme dell’odio e della rabbia, ma non sembrava ancora essersi accorto della loro presenza. Il giovane fatino incominciò ad avvicinarsi indicando alla sorella dove disporsi. Anche in questa circostanza non avrebbe cambiato la sua tattica di approccio, confidando di riuscire ad eliminare la gigantesca creatura. Appena Kahless giunse ad una giusta distanza, evocò il cristallo oscuro per attrarre l’attenzione di Wab e non appena questi si avvicinò fece un cenno a Samina che sprigionò il suo mana per creare una prigione gelata che congelasse l’orso gigante.
“Bene, ci siamo riusciti!” gridò Kahless soddisfatto, ma le sue urla di gioia furono interrotte non appena vide Wab liberarsi dalla prigione e scaraventare via il pet che lo stava attaccando. “Maledizione” imprecò il fatino scuotendo il capo

Capitolo 7: Yesode (125 a.B.) - III Parte

“Allora, fate progressi con il vostro allenamento? I campi di allenamento vi aiutano ad accumulare l'esperienza necessaria per la vera battaglia: dovreste approfittarne a lungo dell'offerta per migliorarti costantemente.” disse Remings vedendo giungere i due giovani.
“Siamo riusciti ad eliminare le creature che ci aveva richiesto signore” rispose Samina.
“Ora i tempi per la seconda unità di allenamento sono maturi: andate dal mio assistente Brendel. Lungo il percorso uccidete i lupi mannari e prendete la loro pelle. Brendel ripara le armi e sembra che a poco a poco stia terminando la pelle. Lo avete già fatto una volta, quindi per voi non dovrebbe essere difficile. Forse è meglio che lo facciate voi stessi, anziché andare alla base e chiedere a Prull la merce, che comunque sta scarseggiando.” aggiunse Remings.
“Sarà fatto” rispose senza esitazione Kahless, per poi voltarsi verso la sorella e borbottare “se ce lo avesse detto prima risparmiavamo un po’ di fatica.”
“Voi guadagnate destrezza, Brendel ottiene la sua pelle e io faccio qualcosa di buono per Brendel! In questo modo prendiamo due piccioni con una fava!” disse infine Remings senza prestare attenzione al borbottio del fatino.
I due si allontanarono dal Capo del Campo di Addestramento e fecero rapporto sulla nuova missione agli altri membri del gruppo, che continuavano a seguirli senza intervenire. Ormai la mattinata era trascorsa ed avrebbero dovuto terminare la giornata di allenamento prima che la luce lasciasse il posto all’oscurità. Fortunatamente le zone non erano molto distanti tra loro.
Samina iniziò a concentrarsi non appena intravide i primi lupi “che il grande Dio Rumapark si unisca al Dio Pauldron e mi dia la sua forza. Palla di Fuoco” una sfera infuocata si materializzò vicino a Samina.
“Ehm … cosa stai facendo?” chiese Kahless sorpreso guardando la sorella.
“Pensavo di aiutarti maggiormente questa volta” rispose Samina.
“Ti ricordo che dobbiamo prendere le loro pelli, così le brucerai tutte, meglio continuare con le tue formule magiche di ghiaccio” disse Kahless scuotendo il capo per poi abbracciare la sorella vedendola un po’ contrita “Non preoccuparti proseguiamo con la stessa tattica che stiamo andando benissimo” aggiunse Kahless sorridendo.
I lupi si trovavano lungo la strada indicata loro da Remings ed i due fatini non dovettero far altro che individuare un gruppetto che fosse semplice attaccare. Come era accaduto nella missione precedente fu Kahless il primo ad intervenire con la sequenza delle sue skills e successivamente Samina intervenne per congelare i lupi in modo da evitare che essi potessero reagire agli attacchi. “Anche questa missione sembra essere superata, troviamo ora Brendel per consegnargli le pelli” disse Kahless facendo strada.
“Salve, sono Kahless e questa è mia sorella Samina, siamo stati mandati dal Capo Remings” si presentò Kahless all’individuo che ipotizzò essere Brendel mostrandogli le pelli.
“Ah, ma voi siete quelli di cui si sente parlare molto ultimamente! Venite! Mi fa piacere! Sono ancora più felice di ricevere degli ospiti che mi portano della pelle! Ora vi posso allenare nel modo giusto.” Rispose Brendel entusiasta. “Ai fini dell'allenamento in questa zona sono stati liberati puma e orsi! Il prossimo allenamento consiste nel cacciare queste bestie! Non resta molto tempo per esercitarti, quindi fate del vostro meglio.”
“Sarà fatto” risposero i fratelli all’unisono. “Come pensi di agire?” chiese Samina al fratello “al momento continuiamo allo stesso modo” rispose Kahless.
I due fatini si addentrarono nella zona antistante la posizione del campo di Brendel andando alla ricerca di Puma ed Orsi. Appena furono visibili i primi Puma Kahless fece cenno a Samina di fermarsi “Ci conviene attaccare prima i Puma e Poi penseremo agli orsi”. Samina fece un cenno di assenso al fratello ed attese che lui iniziasse ad attaccare. Sconfitti i puma, Kahless acquisì il soffio vitale della creatura e vi poggio sopra le pelli che avevano preso. “ora cerchiamo di fare anche lo stesso con gli orsi; sembra che attendevano noi per fare pulizie.” Disse sbuffando Kahless.
“Mi sembra di intravedere degli orsi” disse Samina indicando la direzione avanti a lei. “sono un po’ stanca, credi che andrà avanti allungo l’allenamento?”
“Spero di noi, mi sta venendo nuovamente fame” scoppiò a ridere Kahless per poi riprendere il cammino avvicinandosi con circospezione al gruppo di orsi. “Non penso che ci vorrà molto, agiamo con calma come al solito.”
Le azioni che seguirono evidenziarono l’affiatamento che orami si era creato tra i due, che ormai riuscivano ad eliminare le creature bloccandole prima di essere colpiti. Portata a compimento la missione i due ritornarono da Brendel.

Capitolo 7: Yesode (125 a.B.) - II Parte

“Ottimo lavoro, avete fatto davvero presto. Per essere il vostro primo incarico hai fatto un ottimo lavoro! Non era poi così difficile come sembrava, o no?” Rispose stupito Remings.
“Per noi nulla è difficile” disse baldanzosamente Kahless, mentre Samina restava in disparte.
“Ci sarà un tempo in cui dovrete mostrare ad una persona particolare il vostro rispetto. Mi riferisco al monaco di Kaos Sallisar, sulla collina a nord dell'avamposto. È colui che vi riporterà in vita qualora la vostra anima dovesse essere catturata dagli spiriti del male. Andate e mostrategli il vostro rispetto.” Aggiunse Remings notando la baldanza del fatino.
“Questa missione sembra meno cruenta” disse sorridendo Samina avvicinandosi al gruppo insieme al fratello “dobbiamo solo incontrare un monaco del Kaos”.
“Non lasciatevi ingannare dalle apparenze nel vostro percorso nulla sarà come sembra” disse Ichi scuotendo il capo e mostrando loro la direzione da prendere.
“La prossima volta prendiamo delle cavalcature” borbottò Kahless indicando successivamente un individuo nella speranza che fosse la persona indicata da Remings. “Sì, è lui” annuì Ichi.
“Signore …” Samina si era avvicina al monaco, ma fu subito interrotta.
“Bene, avete fatto molta strada per venire da me. Non fraintendetemi, mi piace ricevere visite, ma spero che non ci vedremo troppo spesso. Vedervi spesso vorrebbe infatti dire che non siete molto in salute. Voi siete soldati di difesa, il combattimento è la vostra vita! Ogni tanto, lottando contro i mostri e soccombendo, la tua anima sarà presa dalle forze oscure. L’unico modo per ritrovare la via della luce sarà quello di affidarsi ad un monaco di Kaos, ma la rinascita porterà ad un consumo di energia e vi sentirete privi di forza” disse Sallisar, come se già fosse a conoscenza della loro venuta. “Se siete stati mandati qui da Remings, evidentemente l'attuale situazione delle scorte non è buona, perciò in parte dobbiamo provvedere noi stessi. Ho sentito che manca la pelle. Dobbiamo provare a fare qualcosa. Come vedi qui si aggirano molti puma selvatici, di cui ci serve la pelle. Uccidi i puma e prendi la loro pelle.”
“Non sarà un problema” disse svogliatamente Kahless allontanandosi dal monaco “oggi mangeremo carne di puma” borbottò alla sorella.
“Non mi piacciono queste missioni, non riesco a comprenderne il senso” risposte imbronciata Samina.
“Servono a mettere alla prova le nostre abilità … prima o poi ti deciderai” disse Kahless scuotendo il capo. “Lascia fare a me, non credo che avrò bisogno del tuo aiuto.”
I due fatini giunsero nella radura dove erano presenti i puma, che avrebbero dovuto eliminare, poco distanti restavano, come sempre, ad osservarli gli altri membri del gruppo. Kahless fece segno a Samina di restare in disparte, mentre avanzava con al suo fianco il cucciolo di puma. Poco distanti da lui vi erano alcuni puma e senza farsi sentire giunse le mani per concentrarsi e far scorrere dentro di lui la forza della terra. “Cristallo Oscuro!” disse con veemenza ed a ciò seguì l’attacco dei puma contro il cristallo che si era materializzato. Con un lieve cenno della mano comandò al suo pet di attaccare i puma, la cui attenzione era monopolizzata dal cristallo, e contemporaneamente iniziò a fare esplodere il suo cosmo lasciando che un uragano azzurro accerchiasse il suo corpo “Temporale Mana!”.  Un uragano di incredibile forza si abbatte sui puma senza che potessero reagire.
Kahless si avvicinò ai corpi esanimi delle creature ed accarezzando il suo pet disse “Grazie, mio fedele compagno! Terrò con me il tuo soffio vitale, ma ora è tempo che acquisisca un nuovo amico, che si unirà a noi.” La creature scomparve lasciando posto ad un redivivo puma, su cui il fatino caricò le pellicce richieste.  “Possiamo ritornare” disse sorridendo alla sorella, che era rimasta attonita vedendo la freddezza con cui Kahless iniziava ad affrontare le battaglie.
“Sembra che tu abbia addestrato bene il giovane evocatore, vi è tanta forza che sgorga in lui” furono le parole di Kang dirette ad Ichi, che a sua volta era rimasto sorpreso dalla veloce crescita del fatino.
“Cosa state aspettando. Ho fame! Preparate qualcosa mentre consegno le pellicce” le parole pronunciate da Kahless fecero subito ricredere i compagni di avventura.
Giunti presso il monaco del Kaos furono nuovamente inviati da Remings.
“Hm, avete fatto molti progressi! Se devo essere sincero Payon mi ha chiesto di prendermi particolarmente cura di voi. Siete davvero nelle grazie del Generale. La strada a sinistra vi porta ad un manichino per le esercitazioni. A sinistra di questo manichino c'è un sentiero stretto. Seguitelo, arriverete direttamente nel cuore della valle del coraggio. Andate e quando sarete lì uccidete alcuni lupi mannari per esercitarvi.” Disse Remings dopo aver ricevuto le pelli di puma dalle mani di Kahless.
“Ci incamminiamo immediatamente” disse Kahless per poi fermarsi imbarazzato sentendo il brontolio del suo stomaco “ehm … quasi immediatamente.” Samina tentò invano di sopprimere una risatina in risposta alle parole del fratello.
Il gruppo sostò alcune decine di minuti per rifocillarsi, mangiando la carne dei puma alla brace. “Non pensavo fosse così … *gmom* … *gnom* … buona” disse Kahless mentre addentava un pezzo di carne. “Come fai ad essere così insensibile” rispose Samina mantenendo il broncio; sino ad allora non aveva mangiato molto.
“Dobbiamo essere forti … *gnom* … se vogliamo *gnom* superare le altre prove *gnom* è la nostra vita che mettiamo in gioco” disse Kahless continuando a mangiare.
“Prendi questo” disse Emily volgendosi verso Samina, sul palmo della sua mano vi era della carne secca, che prontamente il suo draghetto portò alla fatina. “Hai bisogno di mangiare per sopravvivere. Anche io adoro la natura e ne assaporo il giusto per poter continuare a vivere”
Samina cercò di abbozzare un sorriso e mordicchio la carne secca lentamente ed alla fine si unì nuovamente a Kahless per la successiva missione che li attendeva. Il paesaggio della Valle montuosa del coraggio era un inno alla natura, ma l’aumentare di strane creature l’aveva resa una zona inaccessibile alla maggior parte della popolazione. Fortunatamente la loro missione si sarebbe conclusa uccidendo solo cinque creature.
“Mmm … non sono sicuro di farcela da solo” borbottò Kahless, che iniziava a perdere coraggio man mano che si addentravano e la luce lasciava posto al buio. “Cercherò di aiutarti” disse Samina ricordando i duri allenamenti, che avevano fatto, e le raccomandazioni del loro maestro di collaborare tra loro.
Non appena si iniziarono ad intravedere i primi Lupi mannari, Kahless seguì la stessa strategia di attacco utilizzata con i Puma, ma fu necessario l’intervento di Samina per imprigionare nei ghiacci le creature e consentire a Kahless di attaccarli nuovamente con il temporale mana. “Diventano sempre più forti ed è difficile riuscire ad eliminarli subito” disse il fatino dopo aver catturato lo spirito della nuova creatura. “Perché devi sempre legare a te nuove creature?” chiese una lamentosa Samina.
“Io non li lego a me, ma porto onore a queste creature che hanno combattuto per restare in vita. Il Dio Endendros consente loro di tornare a combattere” rispose risentito Kahless.
Samina evitò di insistere e si avvio con lui nuovamente da Remings.

Capitolo 7: Yesode (125 a.B.) - I Parte

Figura 1: Yesode

Yesode – Avamposto Kuznez – Giorno 9 dell´Avvento
Il primo giorno all’Avamposto Kuznez non si era concluso piacevolmente per la squadra che si era appena costituita. Le due fate avevano sempre immaginato, che quei luoghi nascondessero un posto meraviglioso dove tutti cooperavano e vivevano in sinergia, ma, in realtà, avevano scoperto che vi erano distinzioni di classe e tutto era apparenza. Erano stati spesso oggetto di scherno da parte degli abitanti del posto per il dialetto da loro usato delle zone rurali e per essere accompagnati da Kang ed Emily che, agli occhi della gente, erano semplici poveri mendicanti. Ichi, supportato dal suo maestro, era riuscito a tenere a freno la rabbia di Kahless, ma non a fermare le lacrime, che, sovente, avevano rigato il volto di Samina quella notte.
“Non lasciate che la rabbia e la tristezza prenda il sopravvento, il vostro destino è scritto e mirabili saranno le vostre azioni, se non lascerete la strada della luce che vi sarà mostrata” Le parole di Kang servirono a dare nuovi stimoli all’avventura dei due.
“Concentriamoci su quelle che saranno le vostre prime missioni, ora che siete stati arruolati” aggiunse Ichi “dobbiamo presentarci dal Cavaliere dell’approvvigionamento Ryanband per ricevere i primi ordini.”
Il gruppo con le due giovani reclute raggiunse la postazione del Cavaliere Ryanband.
“Signore! Siamo giunti per prendere servizio su indicazione del Generale Payon e dell’Istruttore Marad” disse Kahless avvicinandosi insieme a Samina e prendendo per primo la parola.
Ryanband osservo le due fatine “e chi sareste!” disse scuotendo il capo “non avete ancora imparato a presentarvi.”
“Siamo Samina e Kahless” disse subito Samina prendendo la parola prima che il fratello potesse rispondere in maniera inappropriata.
“Ancora reclute nuove? Sembra che la guarnigione ultimamente stia crescendo in fretta. Bene, a questo punto iniziamo l'allenamento.” disse prontamente Ryanband “L'ordine di mandarvi nel campo di addestramento è arrivato ora. Questo è il primo passo per diventare un vero soldato di difesa! A nord della base di Kuznez vi aspetta Remings. Vi darà ulteriori informazioni.” Il cavaliere voltò le spalle ai due dopo aver fornito le istruzioni.
“Quali ordini avete ricevuto?” disse Ichi ai due giovani che ritornavano verso si loro.
“Spero di incontrare qualcuno più simpatico” borbottò Kahless.
“Sembra che dobbiamo andare da un certo Remings per ottenere le informazioni complete sulla nostra prima missione” rispose Samina mostrando un sorriso a tutto il gruppo.
“Bene, non lasciatevi trasportare dalle emozioni, ora inizierà il vostro lungo cammino per diventare quei valorosi che cambieranno il destino di Iberia” le parole di Kang rasserenarono gli animi del gruppo e diedero maggior coraggio alle due fatine.
Il gruppo si mosse verso nord alla ricerca di Remings per poter cominciare la loro avventura e mettere alla prova quanto i due giovani avevano appreso da Ichi.
Il sentiero non presentò grossi ostacoli ed il gruppo riuscì a raggiungere Remings senza difficoltà. Ichi fece segno a Samina e Kahless di farsi avanti per poter cominciare la loro missione.
“Bene, ora vi allenerete! Se vi guardate in giro vedrete dei cuccioli di puma che corrono ovunque. Dovete eliminarne tre, questo è il vostro primo incarico.” Rispose immediatamente Remings dopo aver compreso che erano stati inviati da Ryanband.
“È questa sarebbe la missione?!?” borbottò Kahless non ritenendola sufficientemente difficile per lui. “ma perché dobbiamo eliminare quei poveri esserini” disse Samina evidentemente dispiaciuta da quanto appreso.
I due fatini si avviarono nella zona indicata per eliminare tre cuccioli di puma, osservati da lontano dal resto del gruppo. “Samina lascia fare a me, così non dovrai piagnucolare per i poveri cuccioli” disse Kahless con tono sarcastico nei confronti della sorella, che scrollò le spalle non molto convinta.
“Ehi, tu! Preparati a perire sotto i colpi del grande Kahless” inveì il fatino verso un cucciolo di puma brandendo la verga. Purtroppo per il giovane, il puma non gli diede il tempo di attaccare e prontamente si mosse per colpirlo con una zampata. “Samina fa qualcosa!!!” grugnì Kahless correndo per evitare i colpi del puma.
Ichi che osservava la scena da lontano non poté fare altro che coprirsi il volto con la mano, mentre Kang ed Emily a mala pena riuscivano a nascondere i sorrisi.
“Che il Dio Pauldron mi dia la forza e siano mutati gli elementi. Prigione di Ghiaccio!!!” enunciò Samina e il cucciolo fu prontamente congelato. “Ora dagli il colpo di grazia” disse Kahless. “Io mi limito solo a fermarlo, non ci penso ad uccidere questo piccolino” rispose la fatina facendo una linguaccia nei confronti del fratello.
“Femmine!” sbraitò Kahless, che giunse le mani ed iniziò a concentrarsi. “Brucia mio cosmo in onore del Dio Endendros” intorno a lui iniziò a formarsi un alone azzurro. “Pallottole di Mana!” sfere azzurre iniziarono a colpire il cucciolo imprigionato dal ghiaccio.
Terminato l’effetto della prigione di ghiaccio, il cucciolo di puma cadde esanime a terra. Gli occhi di Kahless assunsero un colore rosso “Ritorna in vita spirito errante ed assoggetta la tua volontà alla mia e grazie ai poteri conferitimi dal sommo Endendros ti dono un nuovo soffio vitale.” Proferite le parole, il cucciolo tornò a nuova vita. “Ed ora … che il tuo sangue ribolla e la terra da cui sei ritornato di protegga” strane auree rosse e verdi si miscelarono avvolgendo la creatura.
“Non ci voleva poi tanto” sbottò verso la sorella con affianco la creatura “come sempre toccherà a me risolvere i problemi” disse dimenticandosi l’aiuto ricevuto. “Vediamo dove posso mettermi” borbottò Kahless andando a prendere posto sotto un albero ed iniziando a mordere una mela.
“Cosa intendi fare?” disse Samina non comprendendone il comportamento. “Ora ci penserà il mio amico” rispose il fatino accarezzando il cucciolo “Pensaci tu! Uccidi due cuccioli!”. Il cucciolo si avventò su altri due suoi simili eliminandoli velocemente sotto lo sguardo sbigottito di Samina.
“Ora andiamo, non c’è tempo da perdere” disse Kahless dopo aver terminato la mela e tirando Samina per la manica della tunica.
Ichi e Kang osservarono i comportamento dei due fatini. “Maestro pensa che Samina riuscirà a vincere il suo timore di ferire gli altri?” Ichi si voltò palesando i suoi dubbi al maestro. “Ha una enorme forza dentro di sé, la strada è ancora lunga, ma nel momento del bisogno vincerà le sue remore” rispose Kang in tono pacato.
“Questa è la prova del completamento della missione” disse con voce sicura Kahless, mostrando a Remings i resti dei cuccioli di Puma.

Capitolo 6: La Terra di Horus (125 a.B.) - X Parte

Granaio – Il Comandante Kellakpi
La settima squadra giunse nel luogo dove era iniziata la missione di spionaggio, questa volta con l’intento di eliminare il comandante Kellakpi. “Questa volta saremo tutti coinvolti nella battaglia, io e Worf staremo a fronteggiare l’offensiva nemica in risposta agli attacchi da lontano di R’meorr, mentre Jana opererà tra le linee, attaccando di sorpresa e riparandosi quando necessario. Avremo modo di divertirci” disse ridendo Martok.
Le azioni di guerriglia iniziarono con continue piogge di frecce da parte di R’meorr ed azioni congiunte di Martok e Worf che tramite Urli di Battaglia e Vortici Infernali immobilizzavano i nemici per poi ucciderli. Jana, protetta da Pendatron, saltava nel buio colpendo di sorpresa gli avversari che venivano rallentati da Martok e Worf. Il campo di grano, man mano che il gruppo avanzava, si stava colorando di rosso.
“Sembra che non siano rimasti in molti” disse Martok asciugandosi con la mano il sudore che gli grondava dalla fronte. “Jana dove hai visto il comandante?”
“Era più avanti verso il confine meridionale del campo” rispose la ragazza che aveva il volto coperto dal sangue dei Goblin.
“Non vi deconcentrare e proseguiamo” disse Martok indicando la direzione comunicata da Jana.
“Forrrssse è quello” disse R’meorr indicando una creatura che sovrastava le altre per la possanza fisica.
Jana annuì ed iniziò a muoversi verso il comandante, mentre gli altri membri del gruppo ripresero la loro strategia d’attacco per vincere le ultime resistenze dei Goblin. “Non fare mosse azzardate” disse con tono deciso Martok vedendo Jana allontanarsi dal gruppo.
Jana, incurante delle raccomandazioni di Martok, si era resa invisibile avvicinandosi al comandante Kellakpi. Nella sua mente aveva ripassato infinite volte il mondo in cui l’avrebbe colto di sorpresa ponendo fine all’esistenza di quella creatura. Il colpo fu scagliato con incredibile precisione e Jana stava per gustare la sua vittoria personale, ma prima che la sua lama affondasse nelle membra del comandante, si ritrovò scaraventata violentemente a terra a seguito del colpo infertole dalla creatura.
Jana lo osservava shockata chiedendosi come avesse fatto a colpirlo. Dinanzi a lei la creatura era pronta a darle il colpo di grazia.
“Noooo!” il ruggito di Worf fece tremare i Goblin superstiti e voltare gli altri membri del gruppo verso Jana, che era immobile. “Dio Pauldron dona a me il potere dei lampi e dei tuoni” disse Worf con un tono di voce colmo di devozione prima di scomparire davanti agli occhi di Martok e R’meorr.
“Kor” borbottò Martok.
La clava di Kellakpi impattò sullo scudo di Worf, che inginocchiato era comparso a difesa di Jana, cogliendolo di sorpresa.  Prima che il comandante potesse contrattaccare, Worf lo colpì con un fendente dal basso verso l’alto mosso dalla collera di Rumapark facendo stramazzare al suolo il corpo senza vita di Kellakpi.
“Worf?” disse con voce sorpresa Jana, che era stata sollevata da terra da Worf che la teneva tra le sue braccia. Nell’animo di Jana si rifecero vive le sensazioni di quando era suo padre a tenerla stretta a se.
“Cosa ti è saltato in mente!” disse Martok non appena i due si riunirono a loro. “Ricorda che siamo una squadra e le azioni personali non sono tollerate!” le urla di Martok non consentivano nessuna replica.
Martok osservò per un istante Worf, evitando di fargli delle domande sull’accaduto, anche perché vedeva nello sguardo del felinide la sorpresa per quello che aveva fatto. “torniamo da Roxellan” furono le uniche parole che aggiunse.

Il Comunicato di Zerakan
“Mentre eravate impegnati a sconfiggere Kellakpi, è arrivato un comunicato da Zerakan che contiene una descrizione e un disegno dell'oggetto perso da Charles. Questo è un riassunto del comunicato di Zerakan e delle indagini al granaio. Portatelo immediatamente al Generale Oliver, nel campo d'allenamento di Lonbaley!” disse Roxellan vedendoli sopraggiungere.
Il gruppo si mosse senza indugi facendo ritorno al campo d’allenamento di Lonbaley.
“Quando si collegano tutti gli avvenimenti...Ci si rende conto, senza ombra di dubbio, che essi si evolvono...Se quello che Armid sostiene fosse vero, tutto sarebbe iniziato con la ricerca dell'oggetto. Dobbiamo trovarlo prima di loro! Hm... sei tornato?” disse il Generale Oliver notando la venuta di Worf.
“Signore, ci è stato dato un comunicato da parte di Roxellan, i cui contenuti sono di massima importanza” rispose Worf con tono referenziale.
“Oh! Roxellan manda un comunicato? Ma?! Capisco! Si trattava di questo quindi! Alla fin fine anche lui si è attivato. L'oggetto che Charles ha perso... Devi ritrovarlo il più in fretta possibile! Sono convinto che sia molto importante. Occupatene tu personalmente!” disse Oliver leggendo il contenuto del comunicato.
“Sarà fatto, Signore” rispose Worf congedandosi.

Capitolo 6: La Terra di Horus (125 a.B.) - IX Parte

La Terra di Horus – Granaio
La squadra fece ritornò nella zona sorvegliata da Karus e Roxellan.
“Questo luogo è reale? È inquietante che non ci sia nessuno con cui parlare... forse è dovuto al fatto che ci troviamo nel luogo in cui nasce il Male? Ai tempi in cui qui infuriavano i cinghiali, anche i Goblin sollevarono una rivolta... In fondo questo luogo è... Hm?! Siete tornati? Siete da soli. Ciò significa che non lo avete trovato?” disse Roxellan vedendo sopraggiungere la settima squadra. 
“Charles è rimasto nella zona del Lago e ci ha dato questo da consegnarti, pregandoti di dirti che Dianne non ha alcuna colpa.” rispose Martok consegnando a Roxellan la bottiglia ricevuta.
“E dov'è l'oggetto!?” disse la donna allarmata.
“Sembra che sia stato perso” aggiunse prontamente Worf.
“Coooosa? Perso? Che stupido! Con questa bottiglia di veleno vorrebbe scusarsi e mi manda a dire che vuole ritrovarlo da solo? Questo Charles ha di nuovo combinato un pasticcio...” Roxellan rispose evidenziando il suo disappunto per quanto era accaduto. “Forse mi potreste aiutare nuovamente.” Mormora “Lanciatori di pietre, assalitori e persino addestratori di lupi... Sono estremamente organizzati per essere dei Goblin. Cosa stanno tramando? Dobbiamo avere più informazioni sulla loro forza militare! Recati al granaio ed abbatti sette lanciatori di pietre e sette assalitori. Fatti un'idea della loro forza! “
I membri della squadra si guardarono un istante incerti sul da farsi, solo Jana sembrava sicura nel mostrare il suo dissenso.
“Potrebbe essere un utile allenamento” disse infine Martok.
“Lo faremo” aggiunse Worf voltandosi verso Roxellan, che attendeva una risposta.
“Fatti un'idea della loro forza. Sarebbe bene che tu riuscissi a scoprire chi è il comandante! Ho un buon presentimento...Quando hai finito questa ricerca, uccidi il comandante e scaccia i Goblin dai campi...” furono le ultime frasi pronunciate da Roxellan prima che il gruppo si avviasse verso la zona del Granaio dove erano stati avvistati i Goblin.
La squadra arrivata in prossimità dell’area del Granaio, iniziò a distinguere chiaramente le figure di Goblin che riuscivano a manipolare la volontà dei Lupi.
“Chi sarebbero quegli esseri?” chiese Worf, mantenendo il tono di voce basso per non destare i lupi che circondavano la zona.
“Sono gli Allenatori di Lupi dei Kapak, una razza Goblin molto abile nel manipolare la volontà di alcuni animali” disse Martok in risposta al quesito di Worf “Se vogliamo portare a termine la missione velocemente, dobbiamo seguire la stessa strategia usata per gli imenotteri pungitori” Martok volse lo sguardo verso Jana, che avrebbe avuto un ruolo fondamentale anche in questa missione.
“Sembra che senza di me non riuscite a fare molto” sbottò Jana con un tono di voce falsamente infastidito.
“O forse vogliamo mettere alla prova le tue capacità” rise di rimando Martok in risposta alla provocazione della ragazza. “Ricorda che dobbiamo solo verificare l’entità delle loro forze e se è presente il loro comandante. Worf e R’meorr creeranno il diversivo per aprire il blocco creato dai lupi, ma poi starà a te nasconderti senza farti scoprire.”
I tre annuirono alle parole di Martok ed iniziarono ad avanzare verso i Lupi dal lato più coperto, in modo da non essere attaccati subito in massa. Appena fu possibile discernere dei piccoli gruppi R’meorr fece partire una pioggia di frecce, a cui seguì il vortice infernale di Worf per i lupi e i loro allenatori, che erano sopravvissuti al primo attacco. Sfruttando il vantaggio acquisito, Jana si rese invisibile introducendosi tra le fila nemiche.
Jana, prima che terminasse l’effetto dell’invisibilità, si fermò nascondendosi tra i cespugli; fece una giravolta e cingendo le mani disse “Mantello di Pendatron”. Il suo aspetto si adeguò immediatamente all’ambiente circostante.
La zona interna era protetta da Lanciatori di pietre dei Kapak ed assalitori dei Kapak; la loro andatura sembrava molto strana, quasi come se le loro menti fossero controllate da altri. Jana continuò a restare immobile attendendo che si mostrasse il loro Comandante e fortunatamente l’attesa non fu vana, poiché un Goblin che li sovrastava fisicamente, accompagnato da due guardie, iniziò a girare il campo interno verificando il comportamento dei suoi sottoposti, che si spostavano al suo passaggio. Le creature, non in numero eccessivo, sembravano intente a cercare qualcosa nel campo.
Acquisite le informazioni, che erano state richieste per la missione, Jana ritornò doveva aveva lasciato i due compagni, che erano ancora alle prese con i lupi.
Martok diede subito il segnale di ritirata al sopraggiungere di Jana e, dopo una valutazione interna alla squadra di quanto era stato scoperto, si diressero nuovamente verso Roxellan. 
“Ho la sensazione che la faccenda prenderà davvero una brutta piega! Accanto all'allenatore dei lupi c'erano anche lanciatori di pietre ed aggressori?!” brontola “Cosa diavolo sta succedendo?!” disse Roxellan sentendo il rapporto della squadra da parte di Jana. “Allora non è vero che hanno così tanti guerrieri e la loro forza militare non è poi così sconvolgente? Hai avuto la sensazione che stiano cercando qualcosa, più che voler combattere? Proprio come pensavo, c'era un comandante che si chiama Kellakpi, eh?! E sembrava che i Goblin fossero quasi posseduti? Cosa sta succedendo? Bel lavoro comunque!” aggiunse complimentandosi con la squadra “Non vorrei che tutto sia legato all’oggetto che ha scoperto Zerakan.”
“Purtroppo l’averlo dato a Charles, non si è rilevata una buona idea” brontolò Martok.
“Bene! Adesso che le indagini si sono concluse possiamo iniziare a riconquistare il granaio per i contadini che vivono qui! Ora vi affido l'ultimo incarico che dovrete portare a termine in questa regione! Correte al granaio, uccidete Kellakpi e distruggete così l'organizzazione dei Goblin. Noi ci occuperemo del resto, d'accordo?!” disse Roxellan risoluta.
“Ehm … possiamo iniziare … ci occuperemo del resto. Ma cosa sta blaterando” disse stizzita Jana verso i membri del gruppo “Noi facciamo il lavoro sporco e loro ne prendono i meriti?”
“Jana per raggiungere il nostro obiettivo, non ha importanza se dobbiamo fare anche questo” disse risoluto Martok, accarezzando paternamente il volto della ragazza.
“D’accordo” rispose Worf a nome del gruppo interpretando il volere del loro capo squadra.

Capitolo 6: La Terra di Horus (125 a.B.) - VIII Parte

Lago Nosrati – Alla Ricerca di Charles
Arrivati nell’area antistante il lago, R’meorr salì su uno degli alberi per poter verificare la presenza della sagoma del ragazzo, che stavano cercando. La zona che volgeva verso la foresta Torent era stranamente piena di imenotteri pungitori e non sembravano mostrare evidenza della presenza di uomini, quindi R’meorr decise di spostare la sua attenzione verso le acque del lago. “Mi sembrrra di vederrre qualcuno galleggiarrre nell’acqua” disse rivolgendosi agli altri componenti della squadra.
Il gruppo si avvicinò alla sagoma entrando nelle acque del lago per evitare di essere attaccato dalle api e dalle vespe presenti. “Sei tu Charles?” disse con voce profonda Martok.
“*blubb* Aiuto! *blubb* Ah! Roxellan ti ha mandato a cercarmi? Puoi aiutarmi?” rispose il ragazzo, che appariva in difficoltà.
Worf si avvicinò subito al giovane per aiutarlo a tenersi a galla.
“Grazie! *blubblub* Le api... Ho così tanta paura che non riesco ad uscire dall'acqua.” singhiozzò Charles “Le api non mi piacciono. Quando ero piccolo sono stato punto da tantissime api. *blubb* Questi insetti attaccano in sciami”
“Hai per caso tu l’oggetto, di cui ha bisogno Roxellan?” chiese Martok al giovane che si stava riprendendo dallo shock.
“Dunque, l'oggetto... Ora non ce l'ho con me. Dovrebbe averlo Dianne. Deve averlo sicuramente lei! Prova a trovare Dianne.” Rispose Charles.
“Dove sarebbe Dianne?” disse prontamente Worf.
“Ieri io e Dianne siamo fuggiti insieme dalle api che ci inseguivano e lei era con me. All'ultimo istante ho evitato le api e mi sono tuffato in acqua. Dianne è rimasta improvvisamente da sola. Perciò non so dove sia. Ma deve essere sicuramente qui da qualche parte, no? Ho un vago ricordo di lei che correva verso ovest.” Si fermò Charles iniziando a piangere.
“Mmm…” borbottò Martok “ad Ovest c’è il territorio dei Kapak e per raggiungerla dobbiamo superare gli imenotteri” disse osservando la piana che si presentava dinanzi loro “Worf tu distoglierai quelle creature, mentre Jana con le sue arti oscure le supererà sfruttando il tuo diversivo. R’meorr tu appostati su quell’albero in modo da dare supporto ai due in caso di bisogno”.
Tutti annuirono ad eccezione di Jana, che non appariva convinta delle scelte fatte, poiché doveva ancora abituarsi al lavoro di squadra. Worf iniziò ad attaccare senza attendere, che la compagna si convincesse delle istruzioni date da Martok; la spada iniziò a girare vorticosamente intorno a lui creando un vortice infernale, che paralizzava le api e le vespe presenti. R’meorr dalla cima dell’albero fece scoccare le sue frecce creando una pioggia di frecce in grado di colpire le sole creature paralizzate senza arrecare alcun danno a Worf.  “Cosa aspetti?!?” disse Worf voltandosi verso Jana, che era ancora immobile.
“Vado, Vado!” disse sbuffando per poi scomparire agli occhi del gruppo divenendo invisibile.
Sfruttando il diversivo creato dai compagni di squadra e la sua capacità di rendersi invisibile per alcuni secondi, Jana riuscì a superare gli imenotteri che si affollavano intorno alla riva del Lago. Avanzando sempre più verso l’interno iniziò a scorgere la sagoma di una figura impaurita. “Sei tu Dianne?” disse arrivata vicino alla giovane.
“Chi sei?” rispose la ragazza continuando a singhiozzare “ero insieme al mio compagno di pattuglia Charles, ma mi ha abbandonata scappando”
“Mi ha mandato Charles a riprenderti, dopo avermi indicato la zona dove potevi essere” rispose Jana “Io sono Jana della settima squadra. Hai per caso con te l’oggetto trovato da Zerakan?”
“Cosa? L'oggetto? Sei venuta per prenderlo? Quindi non per salvarmi?” sospirò Dianne “Hm! Jana, mi vuoi piantare in asso come Charles?” disse la giovane iniziando a piangere “Ti prego, aiutami, non abbandonarmi! Ho tanta paura delle api”
“Non ho mai detto di volerti lasciare” rispose stizzita Jana, anche se i continui pianti della giovane, le inducevano un forte desiderio di abbandonarla in quel posto.
“Grazie di cuore! Degli altri insetti non ho così tanta paura, ma le api da fiore sono davvero spaventose! Voglio tornare velocemente indietro! Da Charles intendo.” Rispose rincuorata Dianne.
“Mmm” borbottò Jana “resta in silenzio e seguimi” iniziando a ripercorrere a ritroso la strada che l’aveva condotta da Dianne e prestando attenzione all’eventuale presenza di api o vespe. Il primo tratto fu percorso abbastanza celermente, ma man mano che si avvicinavano al lago, le sagome delle creature e dei suoi compagni di squadra che continuavano a combatterle si facevano più nitide. Jana fece cenno alla ragazza di fermarsi ed iniziò ad analizzare l’ambiente circostante per individuare la strategia da seguire ed evitare che la ragazza fosse attaccata. “Restami vicina e non guardarmi mai” disse Jana con tono perentorio che non ammetteva repliche, dal canto suo Dianne non poté che accettare le condizioni impostele.
Jana iniziò a camminare sicura, seguita da Dianne, per poi fermarsi poco distante dal primo gruppo di imenotteri “Che il Sacro Dio dell’Oscurità Pendatron possa cingermi con le fiamme oscure e possedere la mia anima incutendo timore a coloro che ostacolano i miei passi” disse Jana solennemente, iniziando a camminare mentre una strana coltre oscura sembrava proteggerla ed il suo sguardo si riempiva d’odio. Le creature che la incrociavano indietreggiavano impaurite, la stessa Dianne, che aveva promesso di non guardare, la seguiva tremante.
Worf, che continuava a combattere, si fermò per un istante notando uno strano movimento delle creature. “Cosa succede?” disse ad alta voce per farsi sentire da R’meorr.
“È una tecnica di Jana, non guarrrdarrrla” rispose prontamente la felinide “lasssscia che il ssssuo ccccorpo sia perrrrvasssso dalle fiamme osssscure e gli esseri intimoriti rifuggono dalla sua vista. Ssssolo un forrrte dolorrre può sssspingerrrre qualcuno a legarrrsi all’osssscurrrità”
Jana, non appena si rese conto, che si stava avvicinando agli altri, lasciò che le fiamme oscure andassero a scemare per evitare effetti sui suoi compagni di squadra. “Dianne puoi ora aprire gli occhi” disse Jana una volta giunte sulla riva sicura del lago dove erano ad attenderle Martok e Charles. “Ora puoi consegnarci l’oggetto” aggiunse repentinamente osservando la giovane, che sembrava riprendersi dal trauma subito.
“Oddio! Veramente! Charles ti ha davvero detto che sono io a possedere l'oggetto? Io quell'oggetto non l'ho mai visto. Hm! Non credevo che Charles fosse un uomo del genere. Per quanto mi ricordo, l'oggetto lo ha sempre avuto lui. Lo ha sicuramente lui.” Rispose Dianne spostando lo sguardo su Charles, mentre i membri della squadra, ricongiunta con l’arrivo di Worf e R’meorr, li osservavano irritati.
“Hm... Ora che me lo dici, potrebbe perfino essere così. Non lo so. Ho la sensazione di aver perso la memoria, o qualcosa del genere. Hmm... forse è dovuto allo shock causato dalle api...” rispose Charles imbarazzato, notando che l’attenzione di tutti si era spostata su di lui. “Che cosa posso fare? Se vado da Roxellan, verrò sicuramente punito. Lo so! Se completerò gli incarichi più importanti della pattuglia di ricognizione, forse Roxellan non sarà più così tanto arrabbiata con me. Devo trovare il veleno contenuto nel pungiglione delle api, prelevarlo e consegnarlo a Roxellan! Potresti portarmi i loro pungiglioni?” disse Charles supplichevole.
“Non so se andrà bene, ma proviamoci!” rispose Worf cogliendo di sorpresa Jana, che avrebbe preferito lanciare Charles tra gli imenotteri.
“Ah! Ti ringrazio tantissimo, sei il mio salvatore! Veramente... Roxellan è una persona che incute molto timore.” Disse rincuorato Charles, anche se la sua affermazione non sembrò aver convinto i presenti.
Worf si avvicinò all’altro versante della riva ed iniziò a recidere dai corpi inermi delle creature precedentemente uccise i pungiglioni, come gli era stato richiesto. Poco dopo Worf tornò da Charles e gli consegnò i pungiglioni richiesti.
“Ecco, prendi questa bottiglia di veleno. Certo, è un'arma molto importante per la pattuglia di ricognizione, ma la affiderò a te. Portala a Roxellan. Dille che ritroverò l'oggetto perduto e che glielo consegnerò. Riferiscile anche che mi dispiace moltissimo e che Dianne non ha alcuna colpa! Mi ha semplicemente seguito. Dille tutto per favore. Conto su di te!” disse Charles al gruppo prima che le loro strade si dividessero.

Capitolo 6: La Terra di Horus (125 a.B.) - VII Parte

La Terra di Horus – Lago Nosrati
“Sembra che anche oggi ci divertiremo” il tono sarcastico di Jana non preannunciava nulla di buono per lei dopo aver ascoltato l’elenco di missioni in cui sarebbero stati coinvolti.
“Non avete maturato abbastanza esperienza per meritarvi altro” disse Martok a muso duro scuotendo il capo “Ora raggiungiamo Nebekron e vediamo se saprà fornirci ulteriori dettagli”
La squadra si avvio verso il centro del Campo di allenamento di Lonbaley per incontrare il banchiere Nebekron.
“Ah, maledetto! Nei pressi del lago di Nosrati il ladro di primati ha rubato le mele di Pokwood, che gli esploratori mi avevano affidato. Ciò pregiudicherà considerevolmente il rapporto. Io dovrei consegnare queste mele a Karus, che attende al granaio. Worf, non mi puoi aiutare? Ti prego!” Nebekron terminò di raccontare a Worf cosa fosse accaduto.
D’altro canto egli, invitato dalla squadra a parlare con il banchiere, in modo da poter iniziare a conoscere gli abitanti della Terra di Horus, non poté tirarsi indietro e rispose cercando di essere il più convincente possibile “Sì? Le troverò io per te!”
“Ah, grazie mille! Erano proprio otto le mele di Pokwood. Questi maledetti ladri di primati. Prendigli le mele di Pokwood e portale a Karus, che aspetta davanti al granaio. Mi fido di Te, Worf. Ancora infinite grazie.” Rispose rincuorato Nebekron.
Worf tornò dalla squadra senza celare la sua delusione per la missione. “Otto mele!!!” disse Jana adirata “dobbiamo perdere il nostro tempo per recuperare delle misere mele dai primati!”
“Se ne dovessi prendere qualcuna in più non credo che si lamenteranno” disse Martok scoppiando a ridere “quindi smettete di discutere e mettiamoci in marcia verso il lago. R’meorr facci tu strada.”
Il gruppo giunse in prossimità delle rive a nord del lago, di fronte a loro si presentò uno spettacolo inusuale, una moltitudine di primati che giocavano lanciandosi delle mele. Worf e R’meorr a stento trattennero le risate.
“Secondo voi è giusto perdere tempo con questi …” Jana non ebbe il tempo di terminare la frase che fu colpita da una mela “maledetti” gridò contro i primati iniziando ad inseguirli, mentre R’meorr fece un gesto impercettibile a Worf passandogli un sacco, mentre lei si posizionava su un albero lì vicino. Martok rimase per un attimo perplesso scuotendo il capo alla reazione di Jana ed in fine si andò a sedere ai piedi dell’albero dove si era appostata R’meorr.
Nel frattempo un membro della truppa del cielo si era avvicinato vedendo arrivare il gruppo e soffermandosi sulla reazione di Jana. “Queste bestie mi fanno davvero venire i nervi. Ehi tu! Sì, proprio tu! Da quello che vedo sei nuovo nelle Truppe Bianche. Mi faresti una cortesia? In quanto membro della Truppa Celestiale, per me sarebbe indegno combattere contro queste scimmie. Per favore, elimina otto scimmie della pattuglia dei primati che si aggirano là in fondo. Mi faresti questo piacere?” disse rivolgendosi a Jana.
“Sissignore! Se si tratta solamente di questo...lo faccio!” disse Jana con tono rabbioso.
Schwal annuì mormorando “Da dove arrivano tutte queste scimmie? Quando sono arrivato qui la prima volta non c'erano.”
Jana più volte cercò di avvicinarsi invisibile ad uno dei primati per colpirlo con un colpo silenzioso, ma ogni volta il suo colpo era sferrato dopo che l’essere aveva lanciato la mela ad un suo compagno.
“Ecco, grrrrazie Jana” la voce di R’meorr ruppe il silenzio, dopo che con un colpo magistrale aveva colpito a volo la mela lanciata dal primate mentre era ancora in fase ascendente, dall’altra parte Worf celermente l’aveva presa riponendola nel sacco.
“Cosa?!?” Jana si era voltata sentendo la voce della felinide.
“Sssstai facendo un ottimo lavoro diverrrsssivo, mentrrre noi prrrendiamo le mele” rispose R’meorr per poi scoppiare a ridere, coinvolgendo anche Worf.
Jana osservò i due adirata, ma poi non riuscì a fare a meno di unirsi a loro. “Ero sicura che servisse il mio aiuto, altrimenti non ce l’avreste mai fatta” disse con il viso fintamente imbronciato.
Martok osservò il gruppo sorridendo nel vedere i primi segnali di coesione tra loro e lasciandosi andare a qualche battuta, mentre continuavano a recuperare le mele richieste. Quando tutte le mele furono recuperate si avviarono verso il luogo in cui avrebbero trovato Karus. “Mi raccomando Worf inizia a mettere da parte la nostra quota di mele” disse Martok ridendo.
“Aspettate” disse Jana “devo avvisare quel membro della truppa Celeste che ho eliminato i primati come mi aveva richiesto”
“Per quale motivo Denber mi ha affidato la vigilanza qui? Come ho fatto a finire qui?! Maledetto! Dobbiamo ritornare il più velocemente possibile a Keter... Jana, sei tornata! Hai sconfitto la pattuglia dei primati?” disse Schwal vedendo arrivare Jana
“Non è stato molto difficile” risposte prontamente Jana, non riuscendo a capire come mai non lo avesse fatto lui in prima persona.
“Oh! Veramente? Hai fatto più in fretta di quanto immaginassi! Bene! Mi piaci! Non so se tu sia già a conoscenza del fatto che, quando acquisisci una certa fama come legionario, puoi candidarti ad Arianrod. Se compi il tuo lavoro lì, verrai assegnata a diverse legioni, ma qualcuno del tuo stesso calibro potrebbe anche unirsi alle nostre Truppe Celestiali.” Aggiunse Schwal compiaciuto.
“Grazie dell’informazione” disse Jana con tono scostante “lo terrò presente” aggiunse per poi proseguire con la squadra la loro marcia verso Karus.
“Ah, ho fame... In realtà dovrei già essere da Nebekron... Le scorte stanno per finire. Dove è rimasto adesso? Dio mio, mi sono spaventato! Ma quando sei arrivato? I miei poteri di chiaroveggente forse non sono al massimo livello... Come rifornitore devo esercitarmi ancora un po'. Farò del mio meglio. Hahaha...” stava dicendo ad alta voce una fata, mentre la squadra si avvicinava.
“Sssstiamo cerrrcando il ssssoldato Karrrrrusss” disse R’meorr interrompendo il colloquio tra i due membri della pattuglia.
“Sono io” rispose Karus osservando il gruppo e lasciando cadere la sua attenzione sulla mela che stava mangiando Martok “Ah, queste sono le mele di Pokwood! Te le ha spedite Nebekron, giusto? C'erano dei problemi? Ti ho aspettato così a lungo. Questa mela di Pokwood è proprio buona! Con essa è possibile anche curare la pelle! “
“Siamo venuti a portarle i rifornimenti previsti, che erano stati rubati dai primati” disse prontamente Worf porgendo la sacca a Karus.
Karus ringraziò i membri della squadra congedandoli, ma prima che potessero allontanarsi, furono fermati da Roxellan. “Zerakan, che si trova nel territorio dei Kapaks, deve aver trovato qualcosa di sconosciuto! Charles, il figlio che gli dà molti pensieri, è uscito per andarlo a prendere, ma dopo un giorno non è ancora tornato! Ha sicuramente combinato qualche pasticcio e si è nascosto! Cercalo! Portamelo! Sei in grado, vero?”
Worf osservò i compagni prima di rispondere, trovando insolita la richiesta, e non ricevendo alcuna obiezione rispose “Certo.”
“Per fortuna abbiamo una pattuglia di ricognizione! Per giungere qui dal territorio dei Kapaks bisogna attraversare la foresta Torent. Secondo la testimonianza di Mopin, due persone, che sembravano due soldati, sono corse ad una velocità incredibile verso il lago Nosrati! Devi assolutamente trovarle e portarmi Charles con l'oggetto che è stato ritrovato da Zerakan!” aggiunse repentinamente Roxellan.
Ricevute le ultime indicazioni la squadra iniziò a muoversi verso il lago Nosrati. “Devi sempre essere così disponibile?” disse Jana sbuffando e seguendo il resto del gruppo suo malgrado.

Capitolo 6: La Terra di Horus (125 a.B.) - VI Parte

Yesode – Avamposto Kuznez – Giorno 8 dell´Avvento
Ichi osservava le due fate, che si apprestavano ad incontrare Morad; il viaggio sino all’Avamposto non aveva presentato alcun problema, nonostante i continui borbottii di Kahless, che non mancava mai di lamentarsi di qualcosa.
“Fermi lì! E quindi voi sareste nemici di Valorian e vorreste diventare guardie di Derion? Una scelta davvero lodevole e... detto tra noi: a giudicare dalla ricompensa, ne vale davvero la pena! Allora, siete proprio sicuri?” Marad con voce ferma attendeva la risposta delle due Fate.
Samina si voltò verso il fratello sussurrandogli “ma io non sono una nemica di Valorian, perché dovrei dirlo?”
“Cerca di farlo contento e digli di sì, così non ci tocca continuare a sentirlo” rispose prontamente Kahless facendo un occhiolino alla sorella, mentre apriva la sua borsetta senza trovare alcuna moneta “mmm … ricompensa … interessante” borbottando divertito.
Da poco lontano Ichi li osservava scuotendo il capo, si era tanto raccomandato con loro di mostrarsi ligi e meritevoli di entrare nella guardia di Derion, ma aveva una strana sensazione, che, come al solito, stessero facendo di testa loro.
“Certo, Marad!” risposero le due fate all’unisono
“Ottima scelta, valorosi combattenti! Davanti all'edificio situato all'altra estremità del campo troverete il Generale Payon.” Disse prontamente Marad constatando la prontezza dei due.
Samina e Kahless si voltarono verso la direzione indicata da Marad scrollando le spalle ed avviandosi, prima, verso Ichi.
“Spero che vi siate comportati degnamente” chiese subito Ichi vedendoli avvicinarsi.
“Certo!” disse sorridendo Samina “ma io, però, non voglio essere nemica di nessuno, anche se quel tipo sostiene che dobbiamo esserli dei Valorian” aggiunse la fata scuotendo il capo.
“Mmm … esattamente quanto guadagneremo da questa cosa?” interruppe il discorso Kahless
“Era meglio non sapere come fosse andata” disse con tono cupo Ichi “Sapete bene che l’unica ricompensa sarà quella di fare la cosa giusta e non c’è bisogno di essere nemica di tutti i Valorian” aggiunse osservando Samina “mentre tu non dovresti pensare al guadagno personale Kahless”
“Sei sempre pronto a rovinare il divertimento” rispose Kahless “Comunque ora dobbiamo andare da un certo Generale Payon”
“Vi condurrò io seguitemi” disse Ichi facendo strada ai due.
Il generale Payon sembrava al quanto stanco, come se non avesse più la forza o le motivazioni di un tempo. Ichi lasciò che le due fate si avvicinassero a lui e gli spiegassero la ragione della loro presenza e le loro ambizioni.
“Di richieste ne abbiamo fin troppe, ma di aspiranti decenti non ce ne sono. Ma guarda un po', allora adesso volete dimostrare di avere la stoffa per farlo?“ disse il generale Payon ai due.
“Certo che abbiamo la stoffa!” disse Kahless a nome dei due senza esitazione “Saremo delle ottime guardie””
“E così vorreste diventare delle guardie? Non c'è onore più grande che proteggere il proprio paese. Ottima scelta!” rispose sorridendo Payon “da oggi siete ufficialmente delle guardie di Derion.”
Le due fate si abbracciarono e si voltarono verso Ichi, che aveva fatto un sospiro di sollievo, preoccupato per quello che avrebbero potuto dire. “A breve ci saranno comunicate le missioni che dovrete svolgere per il bene del regno” disse Ichi ai due “Inoltre …” improvvisamente smise di parlare notando da lontano una fata ormai anziana accanto ad una umana.
“Maestro!” disse inginocchiandosi, dopo averlo raggiunto correndo tra gli sguardi sbigottiti di Samina e Kahless, che per la prima volta avevano visto Ichi mostrare delle emozioni.
“Ichi” disse la fata “vedo che sei riuscito a rialzarti ed a ritrovare la via della luce dopo aver conosciuto la tristezza dell’oscurità e la rabbia della solitudine” aggiunse il vecchio.
“Maestro, lei mi ha insegnato che è facile cadere ed essere accolti dalle tenebre, ma è dura rialzarsi e ritrovare il calore della luce” rispose Ichi “sto ancora cercando di rialzarmi e dopo tanto tempo ho ripreso il mio cammino e mi sono stati assegnati questi due nuovi discepoli” aggiunse indicando Samina e Kahless.
La piccola fata fece un sorriso gentile al vecchio, mentre Kahless non perse tempo in convenevoli “ehm … quindi lei era il maestro di questo pezzo di ghiaccio ed ora è un mendicante insieme a questa donna cieca?” disse osservando il vecchio e l’umana con gli occhi bendati, che era insieme a lui.
“Kahless!” lo iniziò a redarguire Ichi, ma non poté terminare, poiché dopo un gesto impercettibile della donna, un piccolo drago blu apparve e con una fiammata bruciacchiò il fondoschiena di Kahless.
“Ehi!!” saltò immediatamente Kahless, mentre Samina osservava con dolcezza la deliziosa creatura che si era manifestata.
“Mmm … una evocatrice” disse Ichi “Kahless ti serva da insegnamento, soprattutto se vuoi diventare un potente evocatore. Inoltre non sottovalutare mai coloro che incontri. Il vecchio che hai offeso è il Dahar Master Kang, l’ultimo grande guerriero di Derion, che possa fregiarsi di questo titolo”
Samina e Kahless iniziarono ad osservare i due con ammirazione, molte erano le leggende che si narravano sul più grande guerriero di Derion ed orgoglio della loro razza. Invece l’attenzione di Ichi era sempre più sulla donna che accompagnava il maestro. “Posso conoscere il suo nome?” chiese Ichi
“Non avrai alcuna risposta” disse Kang “Emily parla raramente ed è alla ricerca di se stessa, la luce saprà guidarla” aggiunse.
“Come desidera maestro” disse Ichi senza aggiungere altro.
“Il tempo sta giungendo al termine, è l’ora di muoversi” disse Kang “Ichi era scritto che ci saremmo incontrati appena fossi giunto qui con i tuoi discepoli e che saremmo stati coinvolti negli eventi che segneranno il futuro di Iberia”

Capitolo 6: La Terra di Horus (125 a.B.) - V Parte

Campo di allenamento di Lonbaley – La Legione Bianca
“Come è andata?” disse Martok rivolto a Worf vedendolo tornare.
“Se non erro sono ancora vivo” rispose Worf divertito, anche se i tre compagni di squadra non sembravano dell’umore giusto per ridere. “Credo che ho ancora molto da comprendere ed imparare, quindi da domani, sin quando sarà possibile, mi allenerò, anche, con Koloth nel tempo libero” aggiunse Worf, decidendo di non dire altro ai compagni. 
I tre furono sorpresi nel sentire quelle parole; Martok annuì compiaciuto, mentre Jana e R’meorr, seppur con motivazioni diverse, avrebbero tanto voluto sapere cosa avesse spinto Koloth ad uscire dal suo guscio.
“Comunque” cambiò prontamente discorso Martok “hai provveduto a consegnare a Gripan i sigilli ricevuti?”
“Me ne ero completamente dimenticato” disse Worf passandosi una mano sulla fronte “Forse è meglio che vada subito” allontanandosi di poco dal gruppo per presentarsi nello spiazzale di allenamento dinanzi a Gripan.
“Hai portato a termine le due prove di ammissione o sei venuto a dirmi che preferisci rinunciare ed andartene, come un derion con la coda tra le gambe?” Il tono di voce di Gripan era molto duro e non evidenziava alcuna fiducia nelle capacità di Worf.
Worf senza mostrare alcuna esitazione mostrò a Gripan i sigilli ottenuti “Ho eseguito tutte le missioni che gli istruttori mi hanno assegnato, Signore!” disse con tono deciso “Non è nella mia indole scappare di fronte alle prime difficoltà” ed aggiunse sussurrando “non credo che sia nella indole dei Derion, se Kang era uno di loro” ricordando le parole di Koloth.
“Talvolta la fortuna aiuta gli audaci … soprattutto nelle prime missioni” rispose con disprezzo Gripan, ancora convinto che Worf potesse essere una spia “Il Generale Oliver mi ha detto che lo avresti dovuto raggiungere presso la sua torre, se tu avessi passato le prove, quindi vai da lui immediatamente” concluse il discorso Gripan voltando le spalle a Worf.
Worf scosse il capo non comprendendo il comportamento di quel felinide e si avviò verso la Torre come gli era stato detto.
“Pare che fin dalle prime ore del mattino il frammento dell'anima canti sommessamente, quasi come se piangesse per un gran dolore. È piuttosto strano. Non era mai successa una cosa del genere. Ho come l'impressione che abbia a che fare con il mio amico.” Il Generale Oliver parlava da solo ammirando uno strano oggetto, ma le sue elucubrazioni furono interrotte dal rumore di alcuni passi. “Avanti” disse  il generale precedendo i possibili colpi alla porta.
Worf entrò sentendo le parole pronunciate dal generale “Signore sono Worf Doe, il Mastro Artificiere Gripan ha detto che desiderava parlarmi” disse con tono formale, presupponendo di trovarsi a parlare con il generale.
“Hm? Tu devi essere la nuova recluta. Io sono il Generale Oliver, il capo delle truppe bianche. Allora! Devo toccare questo frammento dell'anima? Esso racchiude in sé lo spirito del mio amico. La sua anima porterà alla luce la verità.” Disse il Generale, mostrando a Worf l’oggetto, per poi borbottare “Ehm?! Questo suono! È vero, deve essere la persona della profezia di Armid. Ehm!! No, da me è tutto a posto. Non importa come ti venga spiegato, nella tua situazione attuale non lo capiresti ancora. Credo, però, che valga la pena fare un tentativo. Io almeno la penso così.” Smise di parlare e posò l’attenzione su Worf per alcuni secondi “Vai da Moldun e digli che ti mando io, consegnandogli quest’oggetto” riprese a parlare il generale consegnando un pacco a Worf e congedandolo.
Tutto appariva molto strano a Worf, che evitò di chiedere ragguagli al generale Oliver, constatandone lo strano comportamento. Lentamente si incamminò presso l’area presidiata da Moldun per completare la missione datagli.
“Cos'è? Cos'hai in mano? Hm?! Oh! Te lo ha dato il Generale Oliver? Sei proprio fortunato! Ad ogni modo, mi congratulo con te che ora sei diventato un membro delle Truppe Bianche a tutti gli effetti!” disse Moldun dopo aver osservato attentamente l’oggetto che aveva ricevuto da Worf.
“Ma cosa sarebbe quell’oggetto?” chiese Worf cercando di comprendere cosa stesse accadendo.
“Cosa intendi? Ciò che hai portato con te dal Generale Oliver? Non so esattamente di cosa si tratti, ma una volta il Generale Oliver ha detto che l'allievo che l'avesse immediatamente portato qui sarebbe stato nominato membro delle Truppe Bianche. Dovresti prendere questa conferma di nomina e raggiungere il presidio militare Magnaktia a Keter e annunciare a Medeilos il trasferimento alle Truppe Bianche.” Rispose Moldun.
“Credo che dovrò farmi guidare da Martok, poiché non sono mai stato a Keter” disse prontamente Worf perplesso.
“Non c’è tempo da perdere” disse repentinamente Moldun “Sicuramente non hai ancora utilizzato il portale, vero?” chiese Moldun osservando lo sguardo perplesso di Worf, ma continuando a parlare senza scomporsi “Devi attraversare il portale pensando intensamente di voler andare a Keter, esso riesce a trasportarti solo nei luoghi confinanti con questa regione. Quindi, buon viaggio!” concluse Moldun facendo segno a Worf di sbrigarsi.
Worf con passo lento si avvicinò a quello strano oggetto, che vedeva per la prima volta.

Keter – Trasferimento alle Truppe Bianche 
Worf aprì gli occhi e si trovo in un ampio spiazzale, l’architettura intorno a lui era sorprendente per la bellezza. L’ultima cosa che ricordava erano i suoi passi verso il portale e senza rendersene conto gli era parso di averlo attraversato con nella mente il pensiero di Keter.
“Tu! Sì! Parlo con te! Sei un membro della legione superiore dei Valorian?” disse un felinide in una possente armatura indicandolo.
“Sono venuto a consegnare l’annuncio di trasferimento al Comandante Medeilos” disse Worf mostrando il documento nelle proprie mani.
“Conferma di nomina? Sei venuto per annunciare il trasferimento alle Truppe Bianche del Generale Oliver? Bene! Sei ammesso! Sono io il Comandante Medeilos e non ho alcuna obiezione da fare verso quanto richiesto dal Generale Oliver” rispose Medeilos “Da domani potrai prestare servizio presso di noi, ora torna pure da dove sei venuto” disse il Comandante.
Worf, congedandosi dal Comandante, iniziò a girare per le aree di Keter incuriosito; talvolta sentiva delle fitte dentro di lui osservando certi luoghi, come se già fosse stato lì. Alla fine decise di ritornare alla Terra di Horus, sfortunatamente i primi tentativi con il portale non ebbero successo ed una volta si ritrovò anche in terre in cui la natura la faceva da padrona.
“Dove eri andato?” la voce di Martok risvegliò Worf da quella strana sensazione surreale dovuta al teletrasporto.
“Sono dovuto andare a Keter” rispose Worf abbassando la voce per poi spiegare al capo squadra e successivamente agli altri membri cosa fosse accaduto.
Figura 2: Keter
“Questa cosa non mi convince” disse Martok. “Ora non pensiamoci … da questo momento sei un [membro] effettivo della squadra e abbiamo diverse missioni da compiere.” Martok terminò di parlare e fece segno a tutti di andare tutti a dormire.

Capitolo 6: La Terra di Horus (125 a.B.) - IV Parte

Campo di allenamento di Lonbaley – L’incontro con il vagabondo
“Sei tu il vagabondo?” disse Worf volgendosi alla figura distesa a terra.
“Non so quale vagabondo tu stia cercando ed io non voglio essere disturbato” rispose il vagabondo con tono scostante, continuando a bere la sua fiaschetta di bloodwine.
Worf cercò un attimo di calmarsi, la foga di voler subito incontrare questo guerriero lo aveva fatto agire avventatamente. “Mi scusi lei è l’indovina Anelros?” chiese Worf volgendosi alla donna in piedi di fianco al vagabondo.
“Sì, uomo” disse lei spostando l’attenzione verso Worf.
“Uomo?!?” disse ridendo il vagabondo “oggi sei più stanca del solito Anelros”
“Ricorda che io vedo con gli occhi dello spirito … vagabondo” disse lei spostando il capo verso il basso “come dietro un vagabondo ubriacone potrebbe celarsi un guerriero, così dietro questo essere potrebbe esserci qualcuno venuto da altri luoghi e da altri tempi per portare la luce nel nostro mondo”
Worf non riuscì a nascondere la sua sorpresa sentendo quelle parole, ma cercò di mantenere la calma. “Ecco … io sono qui per consegnare questo canino ad un vagabondo” Worf aprì il palmo della mano per mostrare il canino ai due “l’istruttore di Iblin mi ha detto che avrebbe potuto aiutarmi.”
“Perché credi che costui possa aiutarti forestiero?” chiese Anelros
“Sono in questo mondo in cerca di risposte” rispose Worf aprendo il suo cuore all’indovina “talvolta mi sembra come riconoscere gli ambienti, le persone e le sensazioni … a quel punto non sono più certo di sapere chi io sia e i ricordi, che risiedono nella mia mente, tornano nuovamente nell’oblio”
“Tu sei chi credi di essere, ma allo stesso tempo in te rivive lo spirito ed il coraggio di un altro, che ha voluto che tu giungessi qui per seguirne la strada e portare a termine la missione … altro non posso dirti, a te il compito di scoprirlo” Anelros si chiuse in silenzio attendendo che il vagabondo proferisse parola.
“Devi sbrigare qualcosa da me?” chiese questa volta il vagabondo osservando i canini “È nato un nuovo combattente ... però la violenza non è sempre la soluzione migliore! Prima o poi te ne renderai conto da solo. Come hai fatto a sopraffare uno dei capi dei cinghiali?”
Worf osservò l’uomo che era parso prima tanto scostante, evidentemente qualcosa nelle parole dell’indovina o il suo trofeo, lo avevano convinto a parlare. “Non saprei come spiegarvi” iniziò Worf “quando sono in difficoltà sento un forte bruciore dentro di me, una rabbia che cresce e che  mi porta ad esplodere in un potente ruggito.”
“Kor” borbottò il vagabondo
“Kor?” chiese Worf di rimando sentendo quel nome per la prima volta.
“Kor il più grande guerriero, che vi sia stato in Iberia dopo la scomparsa di Arian Horus; nonostante fosse un mezzo sangue, sapeva sfruttare i pregi degli umani e dei felinidi allo stesso tempo. Lui combatteva per il popolo e contro i soprusi mettendo sempre in gioco la sua vita” il vagabondo si fermò rabbuiato e cambiò discorso “Chi ti ha introdotto nell’arte del combattimento?”
“Martok …” rispose Worf che non ebbe il tempo di continuare
“Quel lurido figlio di Gor, non comprendo come possa ancora camminare per le strade del nostro regno” intervenne mosso dall’ira il vagabondo.
“Koloth!” disse con inaspettata fermezza Worf “Martok mi ha osannato le sue gesta e nelle sue parole c’era tristezza ed allo stesso tempo rispetto”
Koloth osservò Worf sorpreso, come se sentisse la voce di un amico che non c’era più. “Quindi Martok ha sempre saputo che ero qui” riprese a parlare Koloth mantenendo un tono, comunque, poco amichevole “un tempo noi eravamo la storia: Kor, Koloth, Kang e Martok, tutti uniti da un comune ideale” Il suo tono di voce si fece triste nel proseguire “Io e Kor eravamo della regione che sarebbe poi divenuta il regno Valorian, Kang di Derion e Martok di Gor. Insieme combattevamo contro il male, la nostra fama si era diffusa per tutta Iberia e ci chiamavano i dahar master, coloro che nell’arte del combattimento avevano raggiungo i più alti livelli, quasi quanto i membri dell’Armata della Luce”      
“Perché allora tutto questo risentimento contro Martok, cosa accadde?” incalzò Worf
“Non fummo in grado di salvare il nostro leader Kor dagli attacchi vigliacchi di alcuni mercenari e dalle orde del male e, beffa ancor più crudele, nemmeno la sua famiglia fu risparmiata” Koloth si fermò bevendo avidamente dalla sua fiaschetta.
“Signore, non comprendo quale sia la colpa di Martok. In questi giorni che ho avuto modo di apprendere l’arte del combattimento da lui, sono stato guidato sulla via dell’onore” rispose Worf con tono pacato.
“La sua colpa?!?” si alzò nuovamente irato Koloth “Lui fuggì, facendo svanire anche le nostre ultime speranze di ricerca della più piccola delle figlie di Kor … Tul, che non fu mai più trovata. A che serve che sia riapparso ora!”
“Calmati, Koloth!” disse Worf con tono calmo e sicuro “vi è sempre una ragione per ogni azione e non giudicare Martok mosso dall’ira, ma lascia che sia il tuo spirito a giudicarlo, perché con quello saprai scorgere la verità”
Koloth si calmò, nelle parole e nello sguardo di Worf sentiva la presenza di un amico, che per troppo tempo era stato dimenticato, ma che, forse, non li aveva mai lasciati. Anelros aveva visto con il suo spirito, ciò che lui non aveva potuto con gli occhi pieni di ira contro il mondo e le creature che lo abitavano. “Forse sei proprio tu la persona che stavo aspettando...bene, ti darò fiducia. Se vorrai ti insegnerò le mie tecniche. Potrai venire da me in qualsiasi momento e negoziare con me.”
“Sarò onorato di giovare della tua compagnia e dei tuoi insegnamenti” rispose Worf prima di congedarsi da Koloth ed Anelros. Da quel giorno Worf iniziò ad allenarsi con Koloth ogni volta che gli era possibile, gli sembrava di rivivere ricordi di una giovinezza che non era la sua.

Capitolo 6: La Terra di Horus (125 a.B.) - III Parte

La Fattoria della Terra di Horus – La caccia ai cinghiali
L’Istruttore Iblin non era distante dalla posizione della sua squadra, quindi lo raggiunse presto e poté presentarsi per sostenere la seconda prova.
“Abbiamo poco da mangiare. Tu ti devi procurare il tuo! Ma non preoccuparti! Ce la facciamo. Siamo soldati Valorian orgogliosi! Vedi quel terreno là dinnanzi a te? Quella è la tua possibilità! Uccidi otto cuccioli di cinghiale.“  Disse Iblin
“Sì.“ rispose senza esitazione per poi avviarsi verso il campo coltivato. I cuccioli disponibili erano moltissimi, si chiedeva come mai ci fosse tanta difficoltà a procurarsi il cibo, ma non era il tempo di farsi domande ed iniziò a concentrarsi per ripetere la Danza selvaggia del vento di sangue in modo da terminare celermente la missione. Non fu difficile in breve tempo sbarazzarsi dei cuccioli di cinghiale ed ebbe, anche, modo di mettere in pratica altre tecniche mostrategli da Martok durante il breve, ma intenso, periodo di addestramento, riuscendo ad attaccare in modo più efficace e quindi a provocare più danni (Attacco di Precisione).
Worf ritornò da Iblin, che sembrava assorto nei suoi pensieri, che esprimeva a voce alta. “Quanti uomini ci sono, in questo piccolo paese di contadini, adatti ad essere reclutati nella Legione? Anche se entrassero nella Legione... Gli uomini temono ancora la leggenda del Male...Mi chiedo se si possano accettare nella Legione uomini provenienti dal luogo d'origine del leggendario Male. Ah, eccoti! Hai procurato la carne di cinghiale?“ disse Iblin vedendolo sopraggiungere.
“Sì, non ho avuto grosse difficoltà, ve ne erano in abbondanza nella fattoria e non opponevano grossa resistenza” rispose Worf con voce ferma.
“Sei stato veloce. Mi piace questa tenera carne di cinghiale! Bene, la metto da parte! Diventerà un importante alimento per i nostri legionari. Bel lavoro, Worf! A quanto pare anche in un villaggio così piccolo ci sono avversari potenti.” Disse Iblin sentendo le sue affermazioni per poi continuare “Qui dovrebbe essere pieno di cinghiali dal canino dorato. Si dice che da poco potrebbero esserci anche mostri mutati. Credo che dovremmo verificarlo. Vedi i cinghiali là davanti? Elimina i cinghiali e impossessati di tre canini dorati.”
“Sono già in viaggio.” Rispose Worf, scuotendo il capo, non essendo molto convinto di quanto asseriva l’istruttore “non mi sembrano molto lucidi questi individui” borbottò allontanandosi per ritornare alla fattoria. Come aveva potuto notare in precedenza, i cinghiali condividevano la zona dei loro stessi cuccioli, per tale motivo non risultava difficile cacciarli. Nel ritornare indietro Martok si era raccomandato di non lasciare lì i corpi dei tre cinghiali, poiché la loro carne sarebbe stata utile a loro in successive missioni. Comunque, anche in questo caso, le prede non sembravano tanto forti, così Worf decise di continuare ad allenarsi mettendo in pratica gli insegnamenti ricevuti. Il primo cinghiale fu colpito con un Attacco di Precisione, a cui fecero seguito altri fendenti nello stesso punto della prima ferita; il sangue copioso che uscì indebolì subito il cinghiale (Ferita Aperta), che fu successivamente abbattuto senza difficoltà. Worf, come richiesto da Iblin, aprì la bocca del cinghiale e constatò che realmente vi erano dei canini dorati. La scoperta non lo sorprese eccessivamente, essendo lui stesso in un mondo che gli sembrava surreale, quindi portò a termine la missione uccidendo i restanti due.
“Stai perdendo troppo tempo ad ammirarli” borbottò Martok vedendolo arrivare lentamente con i tre cinghiali sulle spalle “un tipo grosso come te che non riesce a sostenere il peso di tre bestiole” continuò Martok burlandosi di lui divertito, mentre Jana sbadigliava annoiata.
“Perché non ammettete, che aspettavate questa occasione per venire a bivaccare” rispose scherzando Worf, dopo aver lanciato i tre cinghiali ai piedi di Martok.
“Ora ti lamenti, ma ricordati di questo momento, quando ci troveremo a camminare per lunghe giornate e ci sarà difficile procacciarci del cibo, forse, allora, mi implorerai di darti questa buona carne essiccata” rispose Martok
“jerky?” disse Worf istintivamente, nella sua mente affiorò questa parola, forse era comune in qualche supermercato che frequentava, ma come sempre ad ogni ricordo seguiva l’oblio.
Martok lo osservò non comprendendo il significato di quella parola “La carne viene tagliata seguendo i contorni naturali e gli strati dei muscoli, successivamente le strisce di carne si essiccano al sole. Data la tua curiosità provvederai tu con Jana a questa cosa. Ora non perdere tempo e sbrigati con Iblin.”
“Cosa?!?” Jana si destò sentendo le parole di Martok, ma i suoi ardori furono subito raffreddati dallo sguardo di Martok che non ammetteva replica.
Worf evitò di voltarsi verso Jana e si diresse nuovamente verso Iblin.
“Ma allora è proprio vero, no? Forse lo è, perché è il luogo in cui nasce il Male? Negli ultimi tempi accadono molte cose strane. Aaah... Sei tornato! Hai preso i canini dorati?” chiese Iblin speranzoso, vedendolo sopraggiungere; Worf annuì mostrandogli i tre canini dorati.
“Oh, brillano veramente d'oro! Le voci sui mostri mutati quindi sono vere? Questo è davvero strano. È curioso anche che i cinghiali, che in realtà vivono nella foresta oscura, siano arrivati fino a qui. Come sempre hai fatto un bel lavoro, hai portato a termine il mio incarico in modo eccezionale! Prendi il mio sigillo e consegnalo a Gripan, insieme a quello di Bess.” Disse Iblin consegnando il sigillo a Worf. “Fermo!” aggiunse improvvisamente l’istruttore “Sei meglio di quanto pensassi! Riusciresti a catturare addirittura il re dei cinghiali là di fronte! Li vedi i fratelli cinghiali Jombo e Jembo, che stanno correndo in mezzo alla fattoria? Uccidine uno, strappagli il canino e portalo al vagabondo, che sta seduto dietro a Moldun. È una persona un po' difficile, ma sicuramente ti saprà dare informazioni molto utili.“
“Sì” accettò la missione Worf, mantenendo il suo tono sicuro; più combatteva e più iniziava ad aver fiducia nei suoi mezzi.
“In realtà questa persona è un maestro che si nasconde nel campo d'allenamento. Le sue abilità ti impressioneranno, siano esse battaglie con la spada o magia. È davvero velocissimo, ma nessuno sa chi è veramente. Parla poco ed è molto freddo e tenebroso, a parte Anelros, l'indovino cieco, tutti lo evitano. Come al solito questa persona colleziona oggetti strani. Se tu gli portassi i canini del re dei cinghiali, quantomeno avresti la possibilità di parlare con lui.” Aggiunse Iblin prima di congedarsi da Worf.
Worf tornò alla sua squadra e raccontò loro quello che gli aveva chiesto Iblin. “Koloth” disse Martok sputando a terra “Worf ricorda che un guerriero non può vincere ogni battaglia e non sempre potrai salvare tutti coloro a cui tieni” per poi continuare a rivolgersi a lui “un guerriero deve dimostrare la sua forza anche rialzandosi dopo una sconfitta che ha ferito il tuo corpo ed il tuo animo. Un tempo egli è stato un guerriero valoroso, un leader, un eroe che si sacrificava per gli altri, ma anche lui è capitolato” Martok si fermò notando il volto di Jana adombrasi a quelle parole per poi allontanarsi chiudendosi nella sua sofferenza. “Ora è una vecchia spugna, riesce solo a bere ed imprecare contro tutti e tutto”
“Un uomo non può cambiare del tutto e dimenticare ciò che era” rispose Worf cercando con lo sguardo Jana, ormai distante da loro.
“Forse hai ragione, ma lo scoprirai solo quando avrai terminato questa missione … non ti sarà facile, poiché non sono semplici cinghiali, quindi non ti distrarre” disse Martok, che poi si voltò verso R’meorr facendole segno di andare da Jana. La felinide lentamente si avvicinò alla ragazza, che inizialmente rifiutò la sua mano, ma poi stranamente si lasciò andare ad un lungo pianto.
Worf non riusciva ancora a comprendere quale fosse il legame tra i tre e cosa avesse reso Jana così diffidente e soprattutto timorosa di condividere la gioia con gli altri. Lasciò solo per un istante che i suoi pensieri si concentrassero sulla compagna di squadra per poi incamminarsi nuovamente verso la Fattoria. Non sembrava una impresa facile trovare questi fratelli cinghiali per lui tutti erano uguali, ma improvvisamente udì un potente grugnito e si voltò. Di fronte a lui si ergeva una figura maestosa, mai avrebbe immaginato che quegli animali potessero raggiungere tali dimensioni.
“Vieni qui bello!” disse Worf spavaldo convinto di poter subito prevalere contro quell’essere, ma le sue previsioni furono subito smentite dal primo impatto con Jombo, che lo scaraventò violentemente contro un albero. Worf cerò subito di rialzarsi, ma prima che ci riuscisse, fu colpito nuovamente. Il corpo iniziava a dolergli, aveva compreso che nel momento in cui si era convinto di essere più forte, aveva segnato la sua possibile sconfitta. Non avrebbe mai più sottovalutato un avversario.
“Maledizione!!!!” gridò vedendo Jombo caricare nuovamente, sapeva che nessuno lo avrebbe aiutato, Martok era stato chiaro. Questa volta fu il suo ruggito a far tremare l’ambiente circostante, il suo desiderio di non essere sopraffatto. Il suo Urlo della volontà di ferro paralizzò per un istante Jombo, il tempo necessario affinché potesse assumere la Posizione di difesa. L’impatto fu violentissimo, ma Worf non cedette, anzi trovò la forza di colpire con una ginocchiata la spalla del cinghiale facendolo grugnire dal dolore (Rimedio). Il sangue ribolliva con veemenza dentro di lui, era un bruciore ed un desiderio di battaglia, che non aveva provato neanche allenandosi contro Martok … ora lui era solo contro un suo primo rivale.
“Propagazione Infernale” gridò scagliando la sua arma in aria per poi con un balzo riprenderla mentre cadeva perpendicolarmente con la punta sul corpo di Jombo. L’impatto fu tremendo a causa dell’ulteriore accelerazione data dalla spinta del suo corpo. Quello che era uno dei capi dei cinghiali, ora sarebbe stato solo un ricordo di quelle zone e forse, un giorno, nessuno avrebbe creduto alla sua esistenza. Si fermò un attimo ad osservarlo, gli strappò il canino e poi decise di seppellirlo. Sentiva che era doveroso rendere omaggio al suo primo valoroso rivale, seppur fosse una bestia.
Ritornò dal gruppo per dire loro cosa fosse successo, sanguinava leggermente, ma non volle fermarsi e decise di avvantaggiarsi per conoscere questo misterioso guerriero.